Libri, un’eredità in dono ai bambini

Lei era una lettrice appassionata. E solo i lettori appassionati possono capire quale sia il valore sociale dei libri. Solo chi legge tanto e legge con amore sa che a volte basta un libro per migliorare un po’ la propria vita, soprattutto se il libro gli è stato donato.

Lei era un’affezionata sostenitrice della biblioteca “eFFeMMe23” di Moie di Maiolati Spontini. Il suo nome era Sandra Paola Luchessoli e da oggi i bambini nati lo scorso anno riceveranno in dono un kit di libri da sfogliare e dvd da guarda in biblioteca che in qualche modo portano il segno della giovane donna scomparsa prematuramente. Merito del marito Alessandro Coppari che ha deciso, in memoria della moglie, di raccogliere soldi durante la cerimonia funebre da destinare alla biblioteca.

Al resto ci ha pensato l’amministrazione comunale di Maiolati. Il sindaco Umberto Domizioli ha deciso di trasformare la donazione di Coppari in un investimento per 59 bambini del territorio nati nel 2015.

Il fondo raccolto è stato utilizzato per acquistare il pacco dono di “Nati per leggere”, un progetto nazionale di promozione alla lettura ai figli da parte dei genitori al quale la biblioteca di Maiolati aderisce da diversi anni. All’interno dei locali sono anche riservati alcuni spazi dedicati ai bambini secondo varie fasce d’età, completi anche di fasciatoio e dondolo per l’allattamento.

Così la biblioteca si è arricchita di nuovi libri e nuovi dvd di cui i bambini potranno usufruire liberamente. Per diventare lettori appassionati e adulti coraggiosi, capaci come Alessandro e Sandra Paola di piccoli grandi gesti quotidiani.

 

I giovani che si prendono cura della città

Relegata alle ultime pagine mai lette dei libri di storia per essere in seguito eliminata e poi peggio ancora dimenticata dalla vita dei cittadini, l’educazione civica risorge ricca di nuova energia nel progetto dell’Associazione Polis Fuoriclasse, che regala agli studenti milanesi delle classi medie nuovi occhi per guardare la propria città e fare qualcosa per renderla più bella.

E sono occhi sensibili, coraggiosi, intraprendenti e con entusiastica voglia di fare quelli che ora vedono graffiti vandalici sui monumenti, rifiuti nei parchi, segnaletica spezzata o semafori manomessi come una stortura da raddrizzare e non come un panorama decadente cui assuefarsi per effetto di una realtà data per scontata.

Protagonisti under-30 della Global Shaper Community, i fondatori della PolisFilippo Gavazzeni e Silvia Ivaldi, avevano un cruccio.

«Non riuscivamo a capire perché gli studenti milanesi non vivessero la città come propria e non sentissero un senso di appartenenza. Ci siamo chiesti come fare per aiutarli a scoprire la bellezza di Milano e ad apprezzarla, e abbiamo risposto con il progetto Milano Fuoriclasse in cui promuoviamo l’educazione civica per valorizzare il patrimonio culturale, il territorio, e il rispetto dell’ambiente. Perché questi ragazzi non sono i cittadini di domani. Sono a pieno titolo i cittadini di oggi: cittadini fuoriclasse».

Il progetto pilota parte con l’anno scolastico 2013-14 e a oggi cresce coinvolgendo sempre più classi e scuole tra l’entusiasmo dei ragazzi, degli insegnanti, dei genitori e delle associazioni che collaborano per rendere possibili tutte le attività proposte. I ragazzi sono portati a esplorare e conoscere la propria città attraverso itinerari culturali tematici sul territorio, come, ad esempio, MI Romana o MI Contemporanea. Sono guidati da studenti volontari universitari che oltre alla storia, raccontano tradizioni, leggende e anche ricette milanesi, per una cultura globale di Milano.

Durante le uscite i ragazzi imparano e osservano gli aspetti della città che, secondo le loro esigenze, potrebbero essere migliorati, e propongono delle attività per rendere più bella e vivibile la loro Milano. Se vogliono ripulire una piazza o un parco si chiede l’intervento dell’AMSA che fornisce le scope; se decidono di ripulire un edificio o un monumento dai graffiti vandalici si chiama in aiuto l’Associazione Nazionale Antigraffiti – Retake Milano; se decidono di diventare loro stessi guide turistiche e culturali arriva a sostegno il Touring Club Italiano, in uno stupefacente e continuo carosello di cooperazione e impegno civico.

L’Associazione Buon Senso & Legalità, collaboratori a tempo pieno del progetto per quanto riguarda l’aspetto della cittadinanza attiva, hanno aperto appositamente per i ragazzi, all’interno del portale www.partecipaMi.it, la sezione I Giovani per Milano, per permettere loro di segnalare in autonomia le inefficienze e gli interventi necessari che ora sono in grado di individuare da soli in qualsiasi momento della loro giornata. Succede poi che mentre i cittadini attivi crescono, contribuiscono anche a un’integrazione sociale degli studenti stranieri e delle loro famiglie. Infatti, dopo aver scoperto i molteplici aspetti di una Milano certamente affascinante, sono i ragazzi che portano a giro i genitori alla scoperta della loro nuova patria.

Un effetto a cascata tutto positivo, quindi, che fa ben sperare in un reintegro dell’educazione civica tra le materie da studiare ma soprattutto da mettere in pratica da parte di tutti. Migliorerebbe certamente la città, e anche l’animo delle persone.

 

Quanto vale un secondo di vita

ROMA – È l’Associazione Italiana Endometriosi la Onlus premiata dal contest #unsecondo(www.unsecondo.it), l’iniziativa promossa da Electro Power Systems, realtà che opera nel settore dell’energia sostenibile ed è specializzata in sistemi e soluzioni di stoccaggio di energia a zero impatto ambientale, e daRepubblica.it per esprimere in 140 caratteri il significato di un secondo di vita. L’operazione, lanciata su Twitter la scorsa estate, in occasione dell’introduzione del cosiddetto “secondo intercalare”, la soluzione adottata dall’International Earth Rotation and Reference System(Ierts,) per sincronizzare il tempo umano con quello astronomico, metteva in palio il corrispettivo economico dell’energia consumata in un secondo in Italia. Un valore stimato da Electro Power Systems pari a 5.000 euro, da destinare alla Onlus citata nel tweet che meglio avrebbe descritto la bellezza racchiusa in un rapido movimento scandito dalla lancetta dell’orologio.

“La bellezza della vita in tutta la sua imperfezione”. Fantasia, emozione, ma soprattutto solidarietà alla base dei cinguettii che la giuria composta da giornalisti di Repubblica.it ha valutato, decretando come più rappresentativo quello di AIE Onlus: “Viviamo in un secondo la bellezza della vita, in tutta la sua imperfezione”. L’Associazione Italiana Endometriosi Onlus è nata nel 1999 e da 16 anni lavora con impegno, passione e serietà per offrire un sostegno sempre più efficace ed attento a tutte le donne affette da questa patologia. “È con piacere che abbiamo partecipato al contest #unsecondo, coinvolgendo le nostre socie e i nostri sostenitori – commenta Jacqueline Veit, Presidente di AIE – Ringraziamo Electro Power Systems per aver creato questa opportunità dedicata alle associazioni di volontariato e averci aiutato a puntare i riflettori su una malattia tanto complessa quanto poco conosciuta come è l’endometriosi, nonostante si stima che solo in Italia 3 milioni di donne ne soffrano. Non possiamo ancora né prevenire né guarire l’endometriosi, ma possiamo fare tanto per aiutare le donne che ne sono colpite a convivere con essa nel miglior modo possibile e grazie a iniziative come questa la nostra associazione può portare avanti il suo prezioso lavoro.”

Una battaglia per comprendere il valore dell’energia. Una battaglia che EPS, comprendendo il valore dell’energia che ogni secondo viene sprecata (650 MWh nel mondo, 10 MWh solo in Italia), sosterrà con un piccolo aiuto concreto attraverso lo stoccaggio simbolico del secondo di tempo in più guadagnato. “Il terzo settore – ha dichiarato Carlalberto Guglielminotti, CEO di Electro Power Systems – è per noi fonte di ispirazione perché le organizzazioni che vi operano sono impegnate quotidianamente nel trovare soluzioni pratiche capaci di arginare situazioni a cui la scienza, la medicina, la ricerca, i governi non hanno trovato o elaborato risposte strutturali. In EPSaffrontiamo con la stessa determinazione la nostra sfida che è la transizione energetica: un tema che ha un forte impatto sociale e collettivo. Ogni secondo nel mondo si consumano 650 MWh di elettricità. Grazie alla ricerca e sviluppo siamo stati in grado di affrontare e trovare soluzioni per arginare questo fenomeno, ma siamo ancora all’inizio.”

Chi è Electro Power Systems. Fondata nel 2005 a seguito dello spin-off del Politecnico di Torino (Italia), Electro Power Systems (EPS) opera nel settore delle energie sostenibili, ed è specializzata in soluzioni integrate di stoccaggio di energia. Nel 2015 ha annunciato l’acquisizione di Elvi Energy, società nata dallo spin-off del Politecnico di Milano e leader mondiale nell’integrazione di sistemi di stoccaggio, ampliando così il proprio vantaggio tecnologico. Grazie alla simbiosi con le due maggiori università scientifiche in Italia, EPS rappresenta un fulgido esempio di un arricchimento reciproco di competenze tra aziende in forte crescita commerciale e ricerca accademica d’avanguardia.

Soluzioni a zero impatto ambientale. Il Gruppo è specializzato in soluzioni integrate di stoccaggio di energia ibrida e technology-neutral, per il supporto delle reti nelle economie sviluppate e per la generazione di energia off-grid nei paesi emergenti. Offre soluzioni a zero impatto ambientale a basso costo e remunerative su base commerciale senza sussidi. La missione del Gruppo è di diventare la chiave della transizione energetica tramite il controllo totale dell’intermittenza delle fonti di energia rinnovabile. Grazie alla continua integrazione delle migliori tecnologie di batterie al mondo per fornire flessibilità, e alla piattaforma di stoccaggio ad idrogeno e ossigeno esclusiva del Gruppo adatta a fornire lunghe autonomie senza ricorrere al diesel o alla generazione a gas, le tecnologie del Gruppo consentono oggi alle energie rinnovabili di alimentare concretamente, 24h su 24h, intere comunità, in maniera completamente pulita ed a un costo inferiore.

Australia Ai Weiwei e Andy Warhol, artisti per la libertà

L’artista e attivista cinese Ai Weiwei è all’attenzione dei media di tutto il mondo per la sua protesta politica e la sua presa di posizione a favore dei rifugiati.
A fine gennaio ha deciso di chiudere la sua mostra “Ruptures” a Copenhagen per protestare contro la nuova legge controversa che limita l’immigrazione, permettendo alle autorità di sottrarre ai migranti i loro beni di valore e qualche giorno dopo si è fatto immortalare sdraiato su una spiaggia di Lesbos, ricreando l’immagine di Aylan, un bambino affogato il cui corpo è stato trascinato su una spiaggia a Bodrum, in Turchia, e che è diventato il simbolo della crisi dei rifugiati siriani.
L’artista aprirà uno studio a Lesbos come parte di una serie di progetti per aiutare i rifugiati.

Weiwei è stato anche coinvolto in una battaglia con il colosso Danese Lego.
Lo scorso ottobre Ai Weiwei ha rivelato su Instagram che la multinazionale ha rifiutato un ordine di grandi dimensioni per la mostra Andy Warhol-Ai Weiwei, alla National Gallery of Victoria di Melbourne.
I pezzi sarebbero dovuti servire per una grande installazione con una serie di ritratti di attivisti Australiani per i diritti umani e la libertà di parola e di informazione. La Lego ha negato la fornitura sostenendo di non supportare opere di tipo politico.
Ai Weiwei ha replicato sulla sua pagina Instagram che il loro rifiuto è “un atto di censura e di discriminazione”.
Di conseguenza è nato un movimento, che da Melbourne si è diffuso nel mondo, e una gigantesca campagna online:migliaia di persone hanno donato i loro mattoncini Lego.
Recentemente, riporta il Guardian, in seguito a una massiccia protesta internazionale, la Lego ha ritirato il divieto di fornire grossi ordini per motivi politici.

L’installazione di Ai Weiwei, la Letgo Room, ritrae personaggi come il fondatore di Wikileaks , Julian Assange, l’attivista per i diritti degli aborigeni australiani Gary Foley, la portavoce contro la violenza domestica Rosie Batty e il giornalista di al-Jazeera Peter Greste.
Weiwei ha completato il suo lavoro con due milioni di mattoncini di Lego finti ( comprati in Cina “molto più economici, e della stessa qualità” dice Ai Weiwei al Guardian), dal momento che non c’era più tempo per usare i pezzi donati per l’installazione.
La Letgo Room sarà donata da Weiwei al National Gallery of Victoria e i pezzi di Lego donati serviranno per creare una sua futura opera d’arte.

Andy Warhol-Ai Weiwei (i due artisti hanno anche le iniziali in comune) crea un dialogo costante tra due figure emblematiche del ventesimo e ventunesimo secolo, sottolineandone i punti di contatto su una vasta serie di tematiche: dal ruolo dell’arte, al rapporto con il loro tempo, con i media, la celebrità …

Organizzata dalla National Gallery of Victoria e dall’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, con la partecipazione di Ai Weiwei, che ha collaborato per più di tre anni alla sua realizzazione, la mostra, che sarà aperta fino al 24 aprile, presenta più di 300 opere dei due artisti, tra dipinti, sculture, serigrafie, installazioni, film, fotografie e pubblicazioni.
Mentre Warhol rappresenta “la modernità del ventesimo secolo, che è stato definito il secolo americano”, come spiegano i curatori della mostra, Ai Weiwei incarna “la vita contemporanea nel ventunesimo secolo, che è stato chiamato il secolo cinese”.

Dopo Melbourne la mostra sarà esposta a Pittsburgh, città natale di Andy Warhol, a giugno del 2016.
Accanto a opere iconiche di Andy Warhol e Ai Weiwei trovano spazio lavori commissionati all’artista cinese per l’occasione, come un’installazione tratta dalla serie Forever bicycles, composta da circa 1500 biciclette, Chandelier, un’opera di 5 metri di altezza composta da cristalli e di luci; Blossom 2015, un grande, spettacolare letto di fiori di porcellana bianca; e infine la Letgo Room.
With Flowers
2013-15 è un’installazione di grande impatto emotivo: su due pareti della stanza che vede al suo centroBlossom, l’enorme letto di fiori di porcellana, sono esposte fotografie di mazzi di fiori che Ai Weiwei ha messo sulla sua bicicletta fuori dal suo studio, sotto costante sorveglianza delle telecamere governative, in segno di protesta contro le autorità cinesi che avevano confiscato il suo passaporto e limitato la sua libertà di viaggiare liberamente.

Ai Weiwei riconosce l’influenza di Andy Warhol sulla sua opera. A New York , dove ha vissuto dal 1983 al 1993, Ai Weiwei ha conosciuto l’opera di Warhol per la prima volta. Il primo libro che compra appena arrivato a New York è The Philosophy of Andy Warhol (From A to B & Back Again) e nel 1987 si fa un significativo autoscatto di fronte al famoso ritratto multiplo di Andy Warhol, adottando lo stesso gesto.

Entrambi gli artisti hanno il desiderio di documentare esaustivamente il loro tempo, le loro vite ed esperienze e il fatto di essere entrambi impegnati nella comunicazione e nei media e di avere coltivato la celebrità.
Warhol è stato considerato un precursore dei social media, mentre Ai Weiwei, tornando da New York alla Cina, ha scoperto internet e ha aperto un blog, (chiuso dalle autorità cinesi nel 2009), che è una delle sue attività artistiche più conosciute.

Internet “ha cambiato totalmente la mia situazione”, dice Ai Weiwei “perché, finalmente, ho trovato questo preziosissimo dono che ha consentito a me, che avevo già perso tutte le speranze di comunicare, una nuova possibilità di esprimermi. Passavo giorni e notti su Internet, discutendo e condividendo idee su eventi del momento. Quello è stato il momento in cui mi sono più sentito vicino a Warhol. I suoi scritti erano molto simili ai messaggi di 140 caratteri di Twitter. Ho iniziato a creare film documentari, facendo e postando moltissime foto online, e ho partecipato a molte più interviste di quante ne avesse mai fatte Warhol”.
Così come Warhol era inseparabile dal suo registratore, così Weiwei è un “profeta” di Instagram e afferma: “Penso che la mia casa sia internet”.

C’è anche una sezione sui gatti, Studio Cats: Ai Weiwei e Warhol avevano in comune una grande passione per i gatti, immortalati da Warhol nei suoi scatti e disegni, e postati spesso da Weiwei sui social media.
Warhol aveva 25 gatti e Weiwei ne ha circa 30 nel suo studio a Pechino.

Gemelli, la “cinematerapia” esce dall’esperimento e diventa realtà

ROMA – Il Policlinico Agostino Gemelli di Roma in collaborazione con l’onlusMediCinema Italia avvierà un progetto innovativo di “cinematerapia” a partire dal prossimo marzo 2016 e sarà la prima struttura sanitaria italiana ad ospitare una sala cinematografica dedicata aquesto genere di approccio terapeudico. Si tratta della prima esperienza a lungo termine nel nostro Paese. La sala, una ex-aula didattica trasformata in sala cinematografica dotata di attrezzatura professionale, si trova all’interno dell’ospedale e potrà ospitare fino a 130 persone. Anche i pazienti allettati o in carrozzina potranno assistere alle proiezioni. MediCinema opera in Italia dal 2013 ed ha già realizzato delle attività legate alla cinematerapia in due strutture sanitarie lombarde. Il progetto del Policlinico Gemelli avrà invece valore continuativo, e rappresenterà un importante punto di partenza per la diffusione di progetti simili in Italia.

Il primato. Quello del Gemelli è un primato importante, visto che in Italia si parla ancora poco di cinematerapia e dei suoi benefici. Un metodo diffuso negli Stati Uniti e nel Regno Unito, che nasce come integrazione alle classiche terapie mediche, e si basa sull’inclusione di un’attività quotidiana come quella di andare al cinema, durante la degenza in ospedale. Sono ormai numerose le ricerche scientifiche che ne evidenziano i benefici: il paziente va incontro ad un “effetto pausa”, che comporta la riduzione del dolore percepito e che provoca uno stato di benessere reale, riscontrabile a livello neurologico. Questo è ciò che ha confermato il professor Celestino Pio Lombardi, chirurgo endocrino promotore dell’iniziativa presso il Policlinico romano. Non solo la visione del film, ma l’esperienza stessa di intraprendere un’azione quotidiana come quella di prepararsi per andare al cinema e trovarsi in una sala cinematografica vera e propria, stimolano nel paziente quell’ “effetto pausa” che giova alla sua condizione. Lo stesso professor Lombardi insiste poi su un altro punto: “Uno degli obiettivi è quello di incoraggiare la nascita di progetti simili in altre strutture del Paese”.

Pellicole in anteprima. Il valore del progetto risiede nel suo carattere sperimentale, che punta a valutare gli effetti della visione cinematografica nel percorso del paziente e nell’approccio alla malattia. Trattandosi di un Policlinico universitario, la parte di ricerca rivestirà un ruolo importante e con essa il coinvolgimento degli studenti universitari nell’organizzazione e nella gestione delle attività. I film saranno selezionati da una commissione interna all’ospedale e da MediCinema Italia. Si tratterà di pellicole concesse dalle case di produzione in anteprima o pre-anteprima.

Supereroi all’Ospedale Bambino Gesù

Capitan America, Spiderman, Batman e Robin per rendere indimenticabile la mattinata dei piccoli pazienti dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. I loro supereroi preferiti hanno fatto visita ai bambini, portando loro alcuni regali, dopo essere discesi dai tetti dei padiglioni Giovanni Paolo II e Pio XII tra sguardi stupiti e pieni di ammirazione. Scopo dell’iniziativa ideata da EdiliziAcrobatica con la collaborazione del Bambino Gesù in questa prima tappa del tour che porterà i supereroi acrobatici anche in altri ospedali pediatrici italiani, è dare vita ad uno spettacolo che possa far vivere una giornata diversa a tutti i piccoli pazienti costretti dalla malattia durante il carnevale

 

Lotta allo spreco, risparmio e solidarietà

MILANO – Bancone in legno, pareti grigio chiaro e verde, lampadari ricavati da cerchioni di bici, in vetrina due vecchi carretti: ha un’aria elegante e friendly il negozio di abiti di seconda mano di via Padova, al civico 36. Share, questo è il suo nome, nel 2015 ha venduto oltre 33mila capi, il 20% in più rispetto all’anno precedente, con un fatturato pari a 160mila euro. Maglie, pantaloni, camicie, giacche e giubbotti per uomini, donne e bambini. Ce n’è per tutti i gusti e di tutti i colori. Tutti in ottimo stato (alcuni mai usati, con su il vecchio cartellino). E spesso si tratta di abiti di marca. Che qui si possono trovare a 20 o 30 euro al massimo. Ma in questi giorni ci sono capi in offerta a 1, 3 e 5 euro.

Share non è solo una buona occasione di risparmio per i clienti: unisce infatti lotta allo spreco e solidarietà. Una parte del ricavato viene destinato a progetti sociali. Il negozio è un’iniziativa di Vesti solidale, cooperativa promossa da Caritas Ambrosiana, che si occupa di raccolta e riciclo di abiti usati. In due anni di attività, 16.500 euro sono serviti a sostenere un appartamento che accoglie mamme con bambini, cure odontoiatriche gratuite per minori in difficoltà, l’associazione Prison Fellowship Italia per le attività svolte  presso il carcere di Opera e per l’integrazione sociale di una famiglia proveniente dalla Palestina composta da padre, madre e 7 figli. “Inoltre il negozio dà lavoro a tre persone -aggiunge Carmine Ganci, presidente della cooperativa-. I vestiti provengono da realtà italiane e straniere che si occupano del ciclo completo della raccolta di indumenti usati. Quelli che finiscono in negozio sono stati quindi sanitizzati e sono pronti all’uso”.

Nei 200 metri quadrati di Share si aggirano persone di tutte le età. Il 65% dei clienti (circa 200 al giorno) è di origine straniera. “Ormai abbiamo molti clienti abituali -spiega Monica, la responsabile del negozio-. Ma c’è sempre gente nuova. Magari all’inizio sono un po’ titubanti, perché in Italia non c’è ancora l’abitudine a vestire capi di seconda mano, ma poi vedono la qualità della merce esposta e si ricredono”. Gli abiti esposti sono tutti pezzi unici, nel senso che di un tipo di pantalone non ci sono tutte le misure come in un qualsiasi negozio di abbigliamento. “Chi viene da noi è curioso -aggiunge Monica-. Cerca l’occasione e gli piace scovare quel che gli serve tra i tanti abiti esposti (circa 2.500). Anzi è meglio passarci spesso per vedere se ci sono novità”. Expo ha portato clienti. “Sono venute persone dall’Irlanda, dalla Francia e da altri paesi europei -ricorda Monica-. Erano qui per visitare l’Esposizione e ci hanno cercato perché da loro è una cosa normale acquistare nei negozi di seconda mano”. La crisi economica ha contribuito al successo di Share? “Tra i nostri clienti abbiamo sia persone povere che persone in cerca solo di una buona occasione -risponde Monica-. Certo la crisi economica induce tutti a stare più attenti a come si spende il denaro”.

Prima o poi l’amore arriva.

Presto o tardi, l’amore arriva per tutti. È dedicata a sesso, innamoramento e matrimonio l’inchiesta del numero di febbraio di SuperAbile Inail, la rivista dell’Istituto per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro sui temi della disabilità, consultabile anche online, oltre che in forma cartaceo. Partendo dalle riflessioni della presidente dell’Associazione italiana persone Down, Anna Contardi, sulla «speciale normalità» di una relazione di coppia per chi ha la Trisomia 21, il servizio si dipana in una lunga carrellata di testimonianze, esperienze, studi e opinioni. “È fondamentale che le persone disabili socializzino il più possibile e non abbiano paura di osare e di proporsi, senza paura delle delusioni e dei fallimenti”, commenta lo psicologo Lelio Bizzarri che, oltre ad avere lui stesso una disabilità motoria, da anni realizza progetti di formazione e sensibilizzazione sul tema della sessualità delle persone disabili e ultimamente si è fatto promotore di un sondaggio online dagli esiti non scontati: oltre il 90% di coloro che hanno risposto considera normale l’espressione di sentimenti o desideri sessuali da parte di una persona con disabilità.

Tra le altre voci presenti nell’inchiesta, quella di Valentina Foa, psicologa e ricercatrice sorda piemontese, che nel suo studio a Priocca, vicino Alba, riceve un target di pazienti quanto mai vasto ed eterogeneo: adulti sordi e udenti, genitori udenti di figli sordi, genitori sordi di figli sordi e udenti. Attraverso una comunicazione varia, che spazia dall’uso della Lis fino alla voce e alla lettura labiale per i pazienti udenti o sordi che non conoscono la Lis, Foa si trova spesso ad affrontare problemi che riguardano l’affettività. Ma ci tiene a precisare: “Non esiste la “psicologia del sordo”: ognuno ha il proprio approccio. Laddove manca la comunicazione o esistono difficoltà comunicative, possono manifestarsi problemi”. Mentre sul versante della sessualità, Foa sottolinea il problema degli abusi e delle violenze sessuali tra le persone sorde: “È un tema di cui non si parla molto – spiega –, mentre bisognerebbe lavorare di più sulla comunicazione e l’accompagnamento. Al momento non esistono ancora strutture adeguate a trattare problematiche relative agli abusi e alle violenze, ma è un tema sul quale stiamo lavorando”. Altre testimonianze presenti nell’inchiesta riguardano, infine, l’agenzia di incontri tedesca per persone disabili Schatzkiste e il gruppo Jump di Bologna, nato all’interno dell’Arcigay per tutelare i diritti delle persone trans, omosessuali e bisessuali.

«E se non fosse tutto come credi?». Per Save the Children c’è tutto un mondo da raccontare

ROMA – Anche l’arte può favorire l’integrazione. Sono proprio le relazioni sociali a essere messe al centro del concorso rivolto ai giovani sotto i 21 anni e promosso da Save the Children. “E se non fosse tutto come credi?”. Una domanda che attende una risposta (non solo scritta). Sì, perché è questo il tema del contest “TuttoMondo” – realizzato in collaborazione col movimento giovanile dell’organizzazione umanitaria, Sottosopra, e CivicoZero, progetto di supporto e protezione di minori stranieri – che si spinge anche oltre la narrazione: fino al 30 aprile, infatti, è possibile partecipare anche inviando racconti per immagini (audiovisivi e fotografia). La scelta del nome? La fonte di ispirazione è ben nota: si tratta del murale di Keith Haring, simbolo di pace e armonia, realizzato sulla Chiesa di Sant’Antonio Abate a Pisa.

L’obiettivo di questo concorso, che giunge alla terza edizione, è di coinvolgere gli under 21 affinché raccontino attraverso video (massimo 15 minuti), corti, foto (massimo 10 immagini) e narrazioni (due cartelle), la realtà da un diverso punto di vista, con occhi nuovi o semplicemente dandole una chiave di lettura inedita.

Alla fine saranno decretati tre vincitori (uno per ciascuna sezione) e ci saranno altrettante menzioni speciali per l’opera che maggiormente riuscirà a ribaltare la prospettiva, per il lavoro che meglio esprime i valori e i temi affrontati da Save the Children, per l’opera che più di tutte riuscirà a descrivere il presente con un taglio attento all’integrazione (quest’ultima menzione spetterà a una speciale giuria composta da minori stranieri non accompagnati). La premiazione finale è in programma Torino il prossimo maggio.

 

L’Italia ricorda la Shoah, “per leggere il presente e progettare il futuro”

Una giornata per non dimenticare i drammi della Shoah, ma anche gli stermini meno conosciuti come quello dei disabili, degli omosessuali e dei rom. Si celebrerà domani in tutta Italia la Giornata della memoria. Iniziativa culturali sono previste da nord a sud del paese.

“Non è passato. E’ memoria” è la frase scelta dall’Arci, che organizza manifestazioni culturali in diverse città. “Non parliamo di passato perché nuove discriminazioni colpiscono ancora oggi le categorie più deboli della nostra società, perché la rabbia sociale spesso si sfoga  trovando negli ultimi facili bersagli, perché l’insicurezza e la paura vengono strumentalizzate per alimentare razzismo e intolleranza – sottolinea Arci -. E’ la memoria, la lettura degli orrori che hanno segnato il secolo scorso, che può aiutarci nella comprensione di un presente caratterizzato ancora da guerre e violenza, e fornirci strumenti per progettare un futuro diverso”. Il 27 gennaio sono previste diverse iniziative, rivolte in particolare ai più giovani come Promemoria_Auschwitz, i viaggi della memoria organizzati dall’Associazione Deina e dall’Arci e, che all’inizio di febbraio porteranno con due treni speciali più di 1200 giovani (fra i 16 e i 18 e provenienti da 8 regioni), a visitare Cracovia e gli ex lagher di Auschwitz e Birkenau. Il primo treno partirà dal Brennero il 4 febbraio e tornerà il 10, il secondo partirà  il 12 e farà ritorno il 18 (in allegato la scheda e il comunicato sui viaggi della memoria-Promemoria_Auschwitz).

Anche in Senato oggi si celebra la Giornata con l’anteprima del documentario di Aldo Zappalà “Salvate tutti”, sulla vicenda di 73 ragazzi ebrei in fuga attraverso l’Europa che dall’estate del ‘42 all’autunno del ’43 trovarono rifugio a Villa Emma, a Nonantola, in Provincia di Modena. Il dvd del documentario uscirà domani, allegato al quotidiano La Repubblica. All’evento, organizzato dalla Fondazione Villa Emma con il patrocinio del Senato, dell’Ucei e del Comitato di Coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah, interverrà il Presidente del Senato Pietro Grasso.

E sempre oggi a Roma, alle 18, partirà da piazza dell’Esquilino una fiaccolata per ricordare rom, gay e disabili sterminati in tutta Europa durante il periodo nazifascista. L’iniziativa è organizzata dall’Opera Nomadi Nazionale in collaborazione con il Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”. Il corteo si concluderà a via degli Zingari 54 (Rione Monti) dove verrà deposta una corona di fiori sulla lapide apposta in memoria delle centinaia di migliaia di Rom/Sinti, Omosessuali e disabili che furono soppressi. Nel corso della manifestazione si esibirà il Roma Rainbow Choir.

Iniziativa importante anche a Bologna dove stato realizzato il nuovo Memoriale della Shoah, che sarà inaugurato in occasione della Giornata. L’opera sorge nella nuova piazza tra via Carracci e il ponte di via Matteotti. Il memoriale è stato pensato durante il Giorno della memoria di un anno fa, e in un anno è stato messo a punto su iniziativa della Comunità ebraica a cui si sono affiancati istituzioni e privati. E sempre la Comunità ebraica sta pensando alla creazione di una Fondazione in cui riunire istituzioni, enti, associazioni e privati sul tema della memoria. “Sarà il veicolo e lo strumento perché quella piazza resti viva”, spiega il presidente della Comunità bolognese, Daniele De Paz. Il memoriale sarà inaugurato domani dall’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, il rabbino capo di Bologna Alberto Sermoneta e il presidente della Comunità islamica Shaykh Abd Al Wahid Pallavini. “Non possiamo stare fermi e in silenzio, immaginando che la memoria entri nella coscienza dei giovani- afferma De Paz- ogni città deve avere il suo memoriale”.

Per quanto riguarda i media, Tv2000 dedicherà alla Shoah e all’anniversario della liberazione di Auschwitz l’intera programmazione di martedì 26 e mercoledì 27 gennaio. Tanti anche i messaggi e gli appelli delle associazioni. L’ordine degli assistenti sociali chiede che “questa Giornata sia di monito per il presente ma soprattutto per il futuro; sia anche una riflessione collettiva sulle derive e sugli orrori ai quali possono condurre l’odio e l’intolleranza verso il diverso e l’altro da noi – sentimenti dei quali, purtroppo, è così tanto intrisa la nostra società – e per far maturare, soprattutto nei giovani, una nuova etica della responsabilità  individuale e collettività che li faccia divenire cittadini consapevoli  ed accoglienti”. Secondo la presidente Silvana Mordeglia, “il riemergere in Europa e nel nostro Paese di fenomeni, purtroppo non più episodici, di razzismo, xenofobia e, non da meno, di antisemitismo, porta con sé il rischio dell’affermazione di un modello di società caratterizzato da meccanismi di esclusione e di aggressività sociale, così come di indifferenza e di passività: atteggiamentiche caratterizzarono allora la tragedia dell’ebraismo  europeo. Come assistenti sociali – continua – siamo testimoni consapevoli su come la precarietà, la povertà, l’emarginazione, l’isolamento e la disperazione delle persone producano troppo spesso una ricerca di sicurezza e di identità che si rivolge e sovrastima l’appartenenza etnica, religiosa e alle proprie comunità e  che appaiono – a chi è privato dei diritti o anche solo della  possibilità di fruirne – come l’unica ancora di salvezza cui aggrapparsi”.